Lettera del Fondatore
“Il progresso deve tendere ad una elevazione della condizione umana”
CFB nasce come seme, ormai germoglio, di un nuovo mondo.
Fare impresa
non è mai cosa
facile:
È necessario avere chiari gli obiettivi da raggiungere per poter tracciare la strada da seguire.
Bisogna stabilire quali siano i valori portanti di quello che si sta facendo per poter guidare meglio le scelte che si presentano.
Come tutti i visionari, ho vissuto sempre in un mondo che vedo imperfetto, sapendo che sarebbe possibile crearne uno migliore; un mondo capace di restituire alle Persone la dignità di poter vivere dove e come vogliono, la proprietà del proprio tempo, senza per questo essere costrette ad accantonare ambizioni lavorative e professionali.

La Persona riesce ad affermarsi professionalmente
senza rinunciare alla sfera personale ed ai propri “tempi e luoghi”

La maturazione di questa idea non nasce all’improvviso, ma come conseguenza di tanti insuccessi, tanti tentativi di miglioramento, molti dei quali falliti.
Ringrazio chi finora abbia sempre creduto in me, ma ringrazio soprattutto chi invece non lo abbia fatto mai e continui a non farlo, costringendomi a reagire ed a migliorarmi di continuo.
Ringrazio quei colleghi che mi hanno insegnato a non aver paura delle difficoltà.
Ed inoltre, ringrazio chi mi ha fatto capire che dire: “non si può fare”, significa in realtà “non sono capace a farlo, ma non lo ammetterò mai”.
Il non aver voluto scendere a compromessi accodandosi a chi è privo di scrupoli, l’aver evitato di fondare raggruppamenti di impresa che altro non fanno che snaturare l’idea iniziale e l’aver evitato di partecipare a fantomatici progetti europei che restituiscono le briciole che il Paese paga annualmente, permette oggi a CFB di muoversi senza costringimento alcuno, basandosi solamente sui propri valori e sulla propria forza.

Per fare le cose servono le Persone non il denaro
Le Persone producono la ricchezza

Tutto questo ha permesso di trovare la maniera di reagire, di alzare la testa, di comprendere finalmente che “per fare le cose servono le Persone” e non il denaro; ed alle Persone deve tendere il lavoro dell’impresa, ovvero valorizzandone i contributi, permettendo a chiunque di procedere alla propria velocità senza sentirsi sminuito o “non all’altezza”.
Il meccanismo di ridistribuzione della ricchezza prodotta stabilisce una regola primaria, le Persone rendono possibile produrre ricchezza e non le aziende, le quali hanno solo la possibilità di offrire dei ruoli. Si introduce anche una novità riguardo il finanziamento diretto dei progetti che diventa forma di investimento basato su economia reale e non su contrattazione di titoli o speculazione ed è in grado di soddisfare i bisogni sia dei risparmiatori che degli investitori.
È stato un lungo viaggio fino a qui, ma questa è solo la partenza della prossima fase.
Nella mia visione c’è una CFB in ogni parte del globo, c’è una maniera più virtuosa di produrre beni di consumo e servizi non finalizzata al guadagno mero e semplice, c’è una popolazione di “professionisti del proprio tempo” che sa organizzare la propria esistenza godendo del proprio tempo libero, vivendo nel proprio spazio, con la passione di sempre.
